..quella volta che "qualcuno" ha mangiato il formaggio di nonna Carolina.
Ritornati da Cocullo, Rachele andava sovente a trovare la nonna materna (nonna Carolina) e le capitava anche di dormirci. Avendo paura di incontrare sulla strada qualche serpente si metteva a cantare, così la nonna la sentiva arrivare e appena in casa la nonna le diceva “bella di nonna che bella canzone che canti”.
..il nonno cercando di fare più lavori possibili, si dedicava la notte a fare il calzolaio: sistemava scarpe per i contadini, faceva i sandali per i bambini ecc.
Essendo lui molto pauroso voleva sempre compagnia e quindi nel bel mezzo della notte andava a svegliare Rachele (la più grande) dicendole che aveva già acceso il braciere e preparato il caffè (di orzo o di ceci). Così Rachele si alzava e oltre a fargli compagnia lo aiutava a passare la cera/pece sullo spago che serviva per cucire le scarpe.
... beh!! Si zia Rachele già all'età di 8 anni, non andando più a scuola, si era trovato un'occupazione andando ad imparare il mestiere di sarta. Ogni volta che andava dalla sarta, passando per i vicoli di Belvedere, incontrava una bambina bionda e con gli occhi azzurri.
SI, il nonno, come ogni anno a Pasqua, doveva partire per la Calabria, e così lo abbiamo accompagnato a Porta Nuova a prendere il treno (una volta esisteva questo mezzo di locomozione). Ovviamente aveva il posto prenotato (immancabilmente vicino al finestrino) e caso ha voluto che al "suo" posto c'era seduto un'altro signore.
Si, mi ricordo quella volta che, a causa della mia mania di "fare la collezione di figurine", ho preso le figurine che il nonno vendeva nell'edicola.
A me sembrava un sogno poter completare in un modo così facile gli album di, giocatori, animali e qualsiasi altra cosa che all'epoca si raccogliesse in album, ma soprattutto senza doverli comprare. Così ogni tanto prendevo qualche bustina a sua insaputa.