La storia dei Nonni: Oreste e Giuseppina, inizia a Belvedere Marittimo (CS): per il nonno il 9 ottobre 1908 mentre per la nonna il 26 febbraio 1911.
Il nonno nella sua vita si è trovato a praticare molti lavori dal muratore al calzolaio, dal custode al giornalaio. La nonna è sempre stata casalinga con lavori nella campagna.
Si sono sposati nella chiesa della Madonna delle Grazie a Belvedere il 29 novembre del 1929 e dalla loro unione sono nati:
- Rachele
- Francesco (chiamato Ciccio)
- Maria
- Santina
- Carolina
- Salvatore
- Antonia (chiamata Antonietta)
- Lucia
- e, quando la nonna pensava di essere tranquilla, è arrivato Giovanni (chiamato Giancarlo).
Nel 1930 nasce Rachele in una piccola casa di una stanza nelle vicinanze della chiesa della madonna del Rosario, sempre nella stessa casa nel 1933 nasce Ciccio. Successivamente hanno trovato una sistemazione migliore in una casa con due stanze e cucina alla Vallata. In tutte le epoche, il motivo che fa spostare i popoli è la mancanza di lavoro quindi anche per i nonni arriva il momento di andare a cercare fortuna da un'altra parte. Su suggerimento di una famiglia abruzzese con casa a Belvedere, nell'autunno del 1934 decidono di trasferirsi in Abruzzo a Cocullo in provincia dell'Aquila.
A Cocullo vanno ad abitare in una casa in affitto della famiglia Franco. Insieme ai nonni si sono trasferiti momentaneamente per un breve periodo zio Salvatore (fratello di nonna Giuseppina) e Zia Grazia (sorella di nonno Oreste). Gli zii non trovando un lavoro ed una sistemazione dopo poco tempo decidono di ritornare a Belvedere.
Rachele e Ciccio, rispettivamente di 4 e 2 anni circa, un giorno giocavano in un prato nella vicinanza di casa, mentre giocavano sono stati quasi travolti da un cavallo che nel prato stava pascolando e che ad un certo punto ha deciso di galoppare. La nonna, incinta di Maria, assisteva alla scena dalla finestra di casa, in quel momento si rompeva una trave del pavimento e la nonna restava “appesa” incastrata nel buco che si era aperto.
Nel 1935 nasce Maria.
A Cocullo il nonno fa di tutto e di più il calzolaio, lo stalliere e altro. Ad un certo punto il nonno a causa del padrone di casa che insidiava la nonna, ha deciso di cambiare casa. Inoltre a smesso di fare lo stalliere continuando a fare solo più il calzolaio. Nel 1936 vedendo che i guadagni non era più sufficienti per 5 persone e che il cognato e la sorella erano tornati a Belvedere anche lui decide di ritornare a casa. Ritornati a Belvedere dopo circa 2 anni di assenza sono andati a vivere in una casa di una sola camera all'Annunziata difronte al monumento ai caduti.
Nel 1938 non potendo vivere in una sola stanza si è creata l'opportunità di accettare la proposta di una signora che abitava vicino con 2 figli e una zia. La signora aveva il marito in America e questi chiedeva continuamente alla moglie di trasferirsi, ma la moglie aveva il problema della zia, che abitava con lei, che non poteva affrontare il viaggio. La signora quindi ha proposto ai nonni di spostarsi nella sua casa (molto più agevole) con l'incarico però di badare alla zia dopo la sua partenza per l'America. Accettato la proposta tutta la famiglia si è spostata in questa nuova casa (con zia incorporata) dove nel 1938 è nata Santina. La signora prima di partire aveva dato per ormai “spacciata” la zia dicendo che non sarebbe durata molto, a dispetto della nipote la zia ha vissuto ancora 4 anni e tutta la famiglia ha dovuto badare alla zia della signora “americana”.
La promessa della signora era che prendendosi cura della zia la casa sarebbe successivamente rimasta ai nonni. Ma siccome i nonni con le case non sono mai stati fortunati, quando la signora dall'America ha dato mandato ad un avvocato di sistemare quanto promesso, l'avvocato ha pensato di fare in modo che la situazione andasse a suo favore, intestandosi la casa e dando lo sfratto ai nonni.
Mentre Rachele a 8 anni fungeva già da seconda mamma, badando alla famosa zia e ai bambini Ciccio, Maria e Santina nel 1941 nasce Carolina.
Durante la guerra nel 1943 muore la zia e subito dopo tutta la famiglia sfolla in campagna per circa 4/5 mesi. Nel periodo dello sfollamento tutti i bambini (insieme a quelli di altre famiglie) dormivano all'aperto sotto gli alberi solo con una coperta sulle rive di un ruscello. Il “letto” preparato dal nonno consisteva in foglie secche e paglia adagiata per terra. I nonni dormivano in una piccola stanza in quanto la nonna era incinta di Salvatore il quale nasce in ospedale al rientro dello sfollamento.
Mentre la famiglia (i nonni , Rachele, Ciccio, Maria, Santina e Carolina) era sfollata aveva preso in adozione un piccolo maialino dandogli da mangiare dell'erba come fosse un coniglio.
Tutte le persone che passavano e lo vedevano dicevano al nonno di cuocerlo e darlo da mangiare ai bambini se no sarebbero arrivati i tedeschi e lo avrebbero mangiato loro.
Il nonno non ha voluto seguire il consiglio e lo ha tenuto fino alla fine dello sfollamento con l'intenzione di mangiarlo per festeggiare con l'ultimo arrivato.
Alla fine dello sfollamento il 17/12/1943 nasce in ospedale (l'unico) Salvatore, e quando la nonna si è ristabilita dal parto si fa una grade festa con l'uccisione del maialino divenuto maiale.
L'uccisione del maiale ha provveduto alla sussistenza della famiglia per un pò di tempo e permesso ai bambini di mangiare alla sera “ salsiccia accompagnata da 3 fichi”.
Durante la guerra mancando ogni genere alimentare bisognava ingegnarsi per recuperare ogni cosa commestibile. La nonna andava a raccogliere
le spighe di grano e il nonno faceva ogni mestiere, l'arrotino, il sellaio ed in più andava a raccogliere le castagne. Le spighe raccolte dalla nonna venivano fatte seccare poi battute e successivamente portate al mulino per avere la farina. Una di queste volte Maria (aveva 8/9 anni) mentre portava una cozza (la cozza = Kg 1 ( a raso); ma può raggiungere anche Kg.1,5) di grano al mulino è stata fermata da una squadra di fascisti che le ha “confiscato” la piccola ciotola di grano. A casa aspettavano la farina per poter mangiare e invece Maria è ritornata a mani vuote.
Per poter avere da mangiare anche i piccoli si davano da fare. Un giorno Rachele (13) e Ciccio (11) sono andati a consegnare un paio di scarpe (sistemate dal nonno) in campagna a confini con Sangineto (circa 7/8 km). Quando sono arrivati i contadini hanno chiesto loro di lavorare e se erano in grado di rimuovere la terra in un campo di fave, loro hanno subito risposto di si pur non avendolo mai fatto. Sono ritornati la sera (erano partiti all'alba) felici e contenti con farina, olio e altre cose da mangiare.
Finita la guerra nel 1946 nasce Antonietta e successivamente nel 1949 nasce Lucia. Quando ormai la nonna pensava di essere in menopausa nel 1955 nasce Giancarlo nelle mani di Rachele già zio di due nipoti (Giovanni e Maria di Rachele).
Subito prima di nascere Giancarlo quando Rachele, Ciccio e Maria erano già sposati, ai nonni viene assegnato dalla Inacasa un appartamento a riscatto alle “palazzine” in via Annunziata difronte alla chiesa della Madonna delle Grazie. Negli anni successivi la nonna si preoccupa di gestire la casa e la famiglia e il nonno continua con ogni tipo di lavoro.
Nel 1963 apre un'edicola, nella piazza principale di Belvedere, con la vendita di qualche giocattolo. Per non farsi mancare niente (dopo un periodo di tranquillità) nel 1965 l'Inacasa dichiara le “palazzine” pericolanti. La conseguenza è che tutti gli inquilini devono uscire in modo da abbattere le palazzine e ricostruirle nuove. Il nonno ha fatto di tutto per avere una conferma sulla riassegnazione dell'appartamento. E' stato l'ultimo ad uscire, ha ottenuto un documento dove gli veniva promesso il pagamento dell'affitto di un'altra casa, un telegramma dove gli veniva assicurato che gli sarebbe stato assegnato un nuovo appartamento. Dopo queste “sicurezze” si è deciso a spostarsi un nuovo appartamento (ancora in costruzione e non ultimato) all'Acquara (vicino a dove fino al 1963 abitava Rachele). Naturalmente l'affitto promesso è stato pagato per pochi mesi e poi nulla più e a nulla è valso scrivere all'Inacasa, parlare con il politico di turno, ecc.
L'8 marzo 1963 Rachele con Giovanni e i gemelli Pina e Francesco si trasferisce a Beinasco (TO) per raggiungere Daniele suo marito (intanto Maria “l figlia di Napoli”, come dice sempre lei, rimane a Belvedere con la nonna paterna fino alla fine della scuola elementare).
E qui inizia un'altra storia: I nonni trovandosi in difficoltà a Belvedere, la poca pensione, pochi ricavi dall'edicola, senza più casa nell'ottobre del 1967 decidono di fare una ulteriore migrazione, e il nonno con Antonietta e Giancarlo si trasferiscono anche loro a Beinasco in una casa nella stessa via di Rachele e che era affittata da Carolina e Salvatore. Nel 1968 la nonna con Lucia raggiunge la famiglia e da qui in poi inizia un'altra storia in cui la famiglia ha proseguito ad allagarsi raggiungendo la momentanea quota di:
- 21 nipoti
- 27 pronipoti (compresi gli ultimi arrivati Greta, Lorenzo, Noèmie, Gioele, Adelaide e Amalia).
Abbiamo inoltre Leonardo e Alice (di Sara & Andrea), che anche se non sono pronipoti, per noi è come se lo fossero.